PROFONDITA’ DI  CAMPO E DISTANZA IPERFOCALE

 

        Quando si parla di profondità di campo e di distanza iperfocale sotto certi aspetti si sta trattando lo stesso argomento sotto punti di vista differenti.

 

        Innanzitutto chiariamo il due concetti così da permettere a chiunque di farsi un’idea precisa della questione.

 

        La profondità di campo è lo spazio fisico che si sviluppa prima e dopo il piano di messa a fuoco che risulta nitido all’occhio umano. Non mi dilungo sulla descrizione di questa grandezza in quanto è ben conosciuto e non è lo scopo di questo lavoro, in questa sede si vuole trattare esclusivamente della distanza iperfocale in relazione alla quale però non ci si può esimere dal considerare in parallelo la profondità di campo di cui è in pratica diretta "emanazione".

Lungi da me inoltre sostenere che maggiore è la profondità di campo e meglio è in qualsiasi occasione. Ci sono casi in cui questa è fondamentale come nella macrofotografia e altri in cui il fotografo è alla ricerca della minore profondità di campo possibile come spesso accade nelle foto di ritratto.

        A mio parere la conoscenza della tecnica della distanza iperfocale è fondamentale nella fotografia di paesaggio o nei ritratti ambientati in cui si vuole dare risalto sia a ciò che è in primo piano sia a ciò che è sullo sfondo/panorama cercando di mantenere il più possibile tutto a fuoco. Infatti facendo come qualcuno pensa "E che ci vuole, chiudo il diaframma più che posso metto a fuoco lo sfondo o il soggetto in primo piano ed è fatta!" potrebbe avere una brutta sorpresa, nel primo caso lo sfondo risulterà perfettamente a fuoco ma non ciò che è in primo piano e nel secondo caso sarà il contrario, assolutamente a fuoco il primo piano ma lo sfondo sfocato, non ottenendo il risultato voluto/sperato, tralasciando la perdita di nitidezza fisiologica quando si usa un obiettivo alla massima chiusura decadimento qualitativo dovuto al fenomeno della diffrazione. Un risultato sicuramente migliore si può conseguire soltanto con un po' di tecnica in più: la tecnica della distanza iperfocale.

 

        Iniziamo dando una sommaria definizione: per distanza iperfocale si intende la distanza alla quale vi è la maggiore profondità di campo, infatti questa si estende dalla metà della distanza iperfocale fino all’infinito.

 

        Questa grandezza è influenzata da tre elementi fondamentali e imprescindibili:  la lunghezza focale dell’obiettivo, il diaframma impostato, e la distanza di regolazione dell’ottica.

 

        Infatti, a parità degli altri due fattori:

-        se aumenta la lunghezza focale la profondità di campo diminuisce;

-        se aumenta l’apertura del diaframma la profondità di campo diminuisce;

-        se aumenta la distanza di messa a fuoco la profondità di campo aumenta.

 

        Facciamo degli esempi per chiarire il concetto:

-        variazione della lunghezza focale: se utilizzassimo un classico obiettivo 35mm con un diaframma imposto su f.4 mettendo a fuoco a 5 mt. di distanza la profondità di campo andrebbe dai 3,51 mt. ai 8,69 mt. quindi per una estensione di 5,18 mt., ipotizzando di utilizzare un 70 mm mantenendo gli altri parametri la profondità di campo andrebbe da 4,52 a 5,59 mt. per un’estensione di 1,07 mt.;

-        variazione dell'apertura del diaframma: continuiamo con l’esempio di prima utilizzando il 35mm alla distanza di 5 mt., ipotizziamo questa volta di agire sul diaframma aprendolo fino a f. 1,8 la profondità di campo andrebbe da 4,20 a 6,18 mt. per un’estensione di 1,98 mt., se invece chiudiamo il diaframma a f. 8 la profondità di campo andrebbe da 2,70 a 33,09 mt. per un’estensione di 30,38 mt.

-       variazione della distanza di messa a fuoco: continuiamo con l’esempio di prima utilizzando il 35mm a f.4, se la distanza di messa a fuoco viene ridotta a 2 mt. la profondità di campo andrebbe da 1,71 a 2,41 mt. per un’estensione complessiva di 0,70 mt. la cosa opposta si verifica se focheggiamo a 8 mt., in questo caso la profondità di campo andrebbe da 4,76 a 24,93 mt. per un’estensione di 20,17 mt..

  

        Spero che gli esempi siano stati utili a chiarire meglio lo stretto legame che unisce queste tre grandezze fisiche.

        Le profondità di campo degli esempi sono state calcolate considerando un “cerchio di confusione” di 0,026 mm, dove per cerchio di confusione si intende il valore massimo di sfocatura che l’occhio umano percepisce ancora come nitido.

 

        Molti obiettivi, soprattutto a focale fissa, hanno impressi sul barilotto l’estensione della profondità di campo di almeno un paio di diaframmi come negli esempi qui sotto.

 

 

 

         Con queste ottiche e impostando i diaframmi riportati sul barilotto si può facilmente determinare la distanza iperfocale, impostando l’indice a sinistra del diaframma su infinito il gioco è fatto!!

 

 

 

        Nel caso del 50mm. impostando il diaframma a f. 11 la distanza iperfocale e di 8,74 mt. circa e la profondità di campo si estende da circa 4,37 mt. ad infinito, mentre nel caso dell’85 mm. sempre impostando il diaframma a f. 11 la distanza iperfocale è di circa 25,26 mt. e la profondità di campo si estende da 12,63 mt. a infinito.

        Ma se si vuole impostare un valore di diaframma diverso da quelli impressi cominciano i problemi!!

        Ho provato sulla mia pelle che quando si è sul campo mettersi con la calcolatrice a determinare la distanza iperfocale di un obiettivo ad un certo diaframma è una gran bella seccatura, quindi, con un po’ di pazienza, ho sviluppato a “tavolino” un prospetto dove ho riassunto tutte le distanze iperfocali per ottiche che vanno da 10mm fino a 400mm con aperture di diaframma da f. 1,2 a f. 32 sia per sensori aps-c (considerando un circolo di confusione di 0,015 mm) che per sensori pieno formato o pellicola (circolo di confusione di 0,026 mm) che mi porto sempre in borsa, infatti in questi casi pochi grammi di carta risparmiano un bel po’ di tempo con la calcolatrice avendo la possibilità di concentrarmi sullo scatto.

        Per chi è interessato può scaricare ed utilizzare a suo piacimento la tabella che allego in formato pdf!!!

 

        Ho intenzionalmente evitato di appesantire l'articolo inserendo formule matematiche più o meno complesse per evitare di appesantire la lettura ma per i "masochisti" le formule utilizzate per elaborare la tabella e per il conteggio dell'area "a fuoco" della prima parte del lavoro sono le seguenti (chi non è interessato alle formule può saltare questa parte):

Distanza iperfocale (pieno formato) = [(Lf x Lf) / (F. x 0.026)] / 1000

 

Distanza iperfocale (formato aps-c) = [(Lf x Lf) / (F. x 0.015)] / 1000

 

dove "Lf" sta per lunghezza focale dell'obiettivo ed "F." per diaframma impostato.

 

Limite anteriore della zona a fuoco = (D x H) / (H + D)

Limite posteriore della zona a fuoco = (D x H) / (H - D)

dove "H" è la distanza iperfocale di un obiettivo di una certa lunghezza focale a diaframma imposta ad un certo valore, e "D" è la distanza di messa a fuoco.

        Vi avevo avvisato che questa parte era per "masochisti"!!!!!

 

 

        Spero che anche questo breve tutorial sia stato di vostro gradimento.

 

Buona luce a tutti!!!